
L’eco dell’acqua – Omaggio a Gabriele D’Annunzio – Melinda Miceli critico d’arte
Tra il pallore delle Tue guance
dinanzi ai tuoi occhi l’alba sostava,
e incantata dall’ammaliante aurora
ho intravisto la Tua anima stregata.
Odo il travaso dell’acqua redentrice
è aria e tempo nitido che scorre,
canto sovrano e bianco frastuono,
fosco respiro di limpida storia,
sorgente di gocce scintillanti.
E danza la polvere d’onda fluente
ora rombo scrosciante e levigante.
Il tuo sguardo liquido bagnato di timori,
è pioggia di rugiada fra muschi fioriti,
per il mio scoprire ingenui paradisi.
Odo il torrente e la montagna,
il suono dell’acqua sottile che salta
riversa sulle sponde spruzzi ed onde,
fruscii ed echi di campane tibetane.
Inno alla Dea dai miti ancestrali
dopo l’ameno tramonto pitturato.
Fiocca ora la pioggia e l’acqua del fiume,
audace si unisce alle onde del mare,
e goccia e risacca modulata dalla cascata.
Immergiti amore nel suo fremito sensuale
come nel battito calmo del mio cuore
come nel silenzio del nostro respiro.
Ascolta una soave voce, mai udita
confusa con lo stormire delle foglie,
sommessa come vortice di mistero
sintesi maliarda di ogni suono e cosa
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte